Introduzione

Diciamo che siete degli atleti, magari atleti d’élite. Quindi immaginate che il vostro peso corporeo è più o meno corretto. In altre parole, non siete né troppo grassi né troppo magri. Tuttavia, è possibile che abbiate troppo poca massa corporea o che abbiate troppo grasso. Quindi ricorrete all’indice della massa corporea, o BMI, per capire qual è la vostra condizione. Certo, il BMI ha un’ottima reputazione, anche gli ospedali e le assicurazioni lo usano come metodo per determinare la massa corporea e la salute di una persona. Ma per quanto riguarda invece una atleta d’élite, quanto è accurato il BMI? Due scienziati della facoltà di Scienze della salute e dello sport della University of Agder in Norvegia, hanno cercato di confrontare il BMI con i valori altamente sofisticati e precisi ottenuti con l’assorbimetria a raggi X a doppia energia.

 

VOLETE POTENZA?

Per quanto riguarda la composizione corporea, nel senso della quantità di muscolo magro e grasso, le proporzioni esatte sono importanti non solo per la salute e il benessere ma anche per la prestazione atletica massima. Anche se molti atleti hanno più a cuore la prestazione massima che la salute, sappiate che se siete troppo grassi o troppo magri, non riuscirete a massimizzare il vostro potenziale atletico. Quindi adesso avete una buona ragione per prestare attenzione alla composizione corporea. Ma come farlo?

     Poiché la composizione corporea è importante per monitorare la prestazione, l’allenamento e l’alimentazione, avete bisogno di un metodo efficace per quantificarla. Il BMI è sempre più usato nell’ambito sportivo per determinare la composizione corporea ottimale per gli atleti. Studi che hanno valutato l’associazione fra la composizione corporea e gli indici biologici negli atleti d’élite hanno usato il BMI. Anche la National Athletic Trainers’ Association consiglia di usare il BMI per prevenire, individuare e gestire i disturbi alimentari degli atleti1. Il BMI misura il rapporto fra l’altezza e il peso, è calcolato dividendo il peso in chilogrammo per l’altezza in metri quadrati. Il Centers for Disease Control and Prevention ha un calcolatore del BMI a cui si può accedere. Il problema è che, secondo alcuni ricercatori, i valori BMI non discriminano fra i diversi elementi del corpo. Un atleta può quindi avere grande massa magra relativamente all’altezza e perciò un valore BMI alto, senza però essere obeso. Come dicono questi ricercatori: “Al contrario, i soggetti possono avere valori BMI nell’intervallo normale ed essere classificati come soggetti non a rischio in termini di rischio per la salute e mortalità, pur avendo livelli di massa grassa pericolosamente bassi”. Nel salto dal trampolino, per esempio, agli atleti con un valore BMI inferiore a 20,5 o 21, scarponi e tuta compresi, rispettivamente per uomini e donne, sono dati sci più corti, in proporzione al loro BMI. Questi atleti usano sci più corti per ridurre il sollevamento aerodinamico e così compensare il vantaggio che altrimenti avrebbero i saltatori più leggeri. Certo, la questione della validità e dell’affidabilità del BMI assume tutta un’altra dimensione quando è usato non solo per la valutazione della salute generale ma anche per massimizzare la prestazione atletica.

     Certo, un tasso alto di validità (misurare la cosa giusta) e affidabilità (ottenere valori costanti) è di importanza fondamentale per qualsiasi misura usata nello sport. Perciò è di importanza fondamentale che il BMI resti altamente valido e affidabile, perché conoscere la proprio composizione corporea è utile per determinare quanto siete adatti a un certo sport, valutare gli effetti dell’allenamento, determinare le abitudini alimentari, decidere la categoria di peso giusta e accertarsi di trovarsi in un intervallo salubre di composizione corporea. Forse, il metodo più sofisticato, valido e affidabile per determinare la composizione corporea si chiama assorbimetria a raggi X a doppia energia (DXA o DEXA). Tuttavia, a oggi, “nessuno studio ha misurato sia il BMI sia la percentuale di grasso corporeo usando il DXA in gruppi selezionati casualmente di atlete d’élite”. Forse capendo bene come è possibile confrontare il BMI con la DXA, gli atleti e gli allenatori possono prendere decisioni più consapevoli circa quanto si possono fidare del BMI per le decisioni correlate all’allenamento e alla competizione.

 

Preparazione

 

Gli obiettivi di questo studio sono stati “(a) correlare il BMI alla percentuale di grasso corporeo come misurato dalla DXA in atlete d’élite di sport diversi e nei soggetti di controllo non atleti, e (b) studiare cosa caratterizza gli atleti con valori del grasso corporeo pericolosamente bassi”. Lo studio è stato condotto in tre fasi: (1) screening con un questionario, (2) misurazione della composizione corporea con DXA e BMI, e (3) intervista clinica. Hanno partecipato allo studio tutte le atlete d’élite norvegesi di 13-39 anni (938 atlete) e soggetti di controllo non atlete della stessa età (900). Un’atleta è stata considerata d’élite se membro di una squadra nazionale junior o senior. Le atlete rappresentavano 66 sport diversi. Per varie ragioni descritte nella ricerca, è stato necessario escludere molte atlete dallo studio, perciò gli scienziati si sono ritrovarti con 669 atlete da cui trarre dati. È stato necessario eliminare anche alcune non atlete, perciò i ricercatori si sono ritrovati con 607 donne norvegesi non atlete.

     Anche l’organizzazione mondiale della sanità (OMS) usa il BMI per classificare le persone e per farsi un’idea dello stato di salute nel mondo. I ricercatori hanno adottato le classificazioni dell’OMS. Perciò, un valore BMI inferiore a 18,5 è stato considerato sottopeso, fra 18,5 e 24,9 normale, da 25 a 29,9 sovrappeso e 30 e oltre obeso. Per quanto riguarda il grasso corporeo, sono stati usati i criteri correlati alla salute ottimale nelle donne. Un livello di grasso sotto il 12% è stato considerato insalubre ed è stato usato un limite di soglia del 33% per il grasso in eccesso.

 

Composizioni

 

I ricercatori hanno scoperto che il BMI medio per atlete e i soggetti di controllo era rispettivamente 21,6 e 23,4. Inoltre, il 7,8% delle atlete era sottopeso, l’85,1% aveva peso normale, il 6,3% era sovrappeso e lo 0,8% era obeso. Per il gruppo di controllo, le percentuali erano, rispettivamente, 5%, 70,3%, 17,6% e 7,1%. Vale anche la pena dire che il BMI tendeva a cambiare secondo il tipo di sport praticato. I ricercatori spiegano:

     Le atlete degli sport di durata ed estetici avevano BMI e percentuali di grasso corporeo inferiori rispetto alle atlete dei giochi con pallone e i soggetti di controllo. Le atlete degli sport gravitazionali avevano percentuali di grasso corporeo inferiori rispetto alle atlete degli sport tecnici. I soggetti di controllo avevano percentuali di grasso corporeo più alte rispetto a tutte le atlete, tranne quelle degli sport tecnici.

     Prendendo in considerazione il BMI sono stati classificati sottopeso e con peso normale più atleti che soggetti di controllo. Contemporaneamente, sono stati classificati sovrappeso e obesi più soggetti di controllo che atlete. Ora, delle atlete con valori BMI normali, il 2% era classificato con livello di grasso corporeo basso (inferiore al 12%) e il 6,7% con livello di grasso corporeo obeso (superiori al 33%). Notare che il valore medio del grasso corporeo è stato 24,3%.

 

AUMENTATE LA POTENZA!

La scoperta più importante di questo studio è che “il BMI non è una misura valida per determinare o controllare la composizione corporea delle atlete d’élite”. Ciò significa che se dovete prendere decisioni riguardo la salute di un atleta, oppure riguardo l’allenamento e la competizione, il BMI non è lo strumento giusto. Veramente, in definitiva il BMI misura solo la pesantezza, “perché il BMI descrive la quantità della massa e non la sua qualità”. Inoltre, il BMI induce a molti errori quando è usato per calcolare il grasso corporeo degli atleti.

     Anche altre cose misurano l’utilità del BMI per gli atleti. Considerate che le atlete come gruppo avevano BMI del 9,6% inferiore e percentuale di grasso corporeo del 31,8% inferiore rispetto ai soggetti di controllo. La massa magra delle atlete costituiva il 72,4% della massa totale delle atlete; per le non atlete era il 62%. Ovviamente, e non sorprendentemente, le atlete avevano più muscolo delle non atlete. Però i ricercatori sono anche riusciti a guardare più in profondità nelle diverse categorie di peso. Quando hanno confrontato i valori BMI, hanno scoperto che i soggetti di controllo non atleti avevano un BMI più alto solo in confronto alle atlete che praticavano sport di durata ed estetici. Quando però si osserva la percentuale di grasso corporeo, i soggetti di controllo avevano BMI più alto rispetto ai sei dei sette gruppi sportivi identificati. Questa scoperta mette in dubbio la validità del BMI e suggerisce anche che gli atleti di sport diversi potrebbero avere livelli diversi di grasso corporeo e massa magra, mettendo in dubbio l’utilità dell’usare il BMI per tutti gli atleti indifferentemente dallo sport.

     C’è un’ulteriore ragione per criticare il BMI, si tratta dell’influenza della massa muscolare sul BMI che induce a classificare erroneamente gli atleti come sovrappeso o obesi. In questo studio, di tutte le atlete classificate con valori BMI normali, il 2% aveva livelli di grasso corporeo inferiori al 12% e il 6,7% era sovrappeso, cioè con grasso corporeo oltre il 33%. Delle atlete classificate come sovrappeso, quasi il 60% aveva percentuali di grasso corporeo oltre il 33%. Il valore corrispondente delle non atlete era 97%, indicando che più atlete che soggetti di controllo erano state erroneamente classificate come sovrappeso. Probabilmente, ciò è dovuto al rapporto più alto fra massa magra e massa grassa degli atleti rispetto a quanto osservabile nei non atleti. Per dimostrare ulteriormente questo punto, i ricercatori sottolineano quattro casi di atlete con valori BMI nell’intervallo normale. Però, il grasso corporeo di un’atleta era 5,9%, un’altra ne aveva il 10,4%, un’altra il 35,9% e l’ultima il 39,2%. Chiaramente, anche se il BMI classifica questi casi come normali ed essenzialmente uguali, due sono sottopeso e due obesi.

     Non si consiglia di usare il BMI per gli atleti, specialmente quando è usato per prendere decisioni correlate alla salute o allo sport. I ricercatori hanno anche scoperto che delle atlete classificabili come sottopeso o sovrappeso secondo il DXA, entrambi i gruppi soffrono di fluttuazioni di peso, disordini mestruali, disordini alimentari e fratture da stress. Oltre ad essere variabili che creano confusione nell’equazione BMI, costituiscono anche gravi pericoli per la salute, per non parlare del loro impatto sulla prestazione sportiva. Diventa quindi assolutamente cruciale ottenere valutazioni precise della massa magra e del grasso corporeo. I ricercatori dicono senza mezzi termini: “Il BMI non deve essere usato per valutare e controllare la composizione corporea degli atleti d’élite”.

 

Fotografia: József Szaka

La ricerca

Torsveit M.K. e J. Sundgot-Borgen, Le donne agoniste d’élite sotto e sovrappeso sono magre e grasse? Uno studio con controllo.

Medicine and Science in Sports and Exercise, 44(5), pp. 949-957, 2012.